Isola di Cipro, in un paesino tra le montagne due famiglie sono lo specchio di comunità unite da generazioni.
Quella greco-ortodossa e quella turca-musulmana.
I Costantinu e i Terzi.
Nonostante la differenza religiosa e culturale e anzi forse proprio per quelle, le due famiglie sono legatissime, tanto da considerarsi fratelli e sorelle.
Tutto inizia nei primi del Novecento, quando Maroula, Hatiche, Andreas e Hassan diventano ancora più inseparabili di quanto lo fossero già le loro famiglie e le loro comunità.
Maroula sposa Andreas e Hatiche sposa Hassan, vorrebbero che ognuno di loro fosse testimone dell’altro/a ma non si può, questo però non li ferma, tanto che Andreas dirà a Hassan:
“Anche se non puoi farmi da testimone, tu sarai sempre più fratello, niente mi impedirà di pensare questo.”
L’amico risponderà allo stesso modo, così come Maroula e Hatiche si diranno parole simili.
Spacciato assurdamente per romance, il libro di Nadia Marks racconta, attraverso personaggi inventati, invece uno spaccato di vita lungo quasi un secolo, dove l’evoluto Occidente non ci fa una gran figura, anzi…
Per chi non lo sapesse, infatti, la Gran Bretagna fece il possibile per impedire che Cipro diventasse indipendente dalla Corona Britannica, arrivando a fomentare le rivalità tra turchi e greci, tanto che, grazie al suo intervento, attualmente Cipro è ancora divisa in due.
La parte sud, quella ricca, è sotto la Grecia, la parte nord, è sotto la Turchia e la sua repubblica non è riconosciuta da nessuno anche se vi è un confine nel mezzo dell’isola, con tanto di checkpoint.
Questa situazione perdura da decenni, va da sé che per fortuna le due comunità continuano ad essere amiche, malgrado tutto…
Questi i fatti storici.
Nel romanzo “Il Sentiero Perduto delle Arance”, Nadia Marks evita i luoghi comuni, mostrandoci come, nei fatti, siano i musulmani ad essere più moderni dei cristiani, certe volte.
Ad esempio Maroula doveva andare a truccarsi e depilarsi di nascosto da Hatiche perché per la madre “farsi bella non era da donna seria”.
La sorellanza, prima tenera e infantile, poi adolescenziale e infine matura e adulta tra le due donne è il punto focale del libro.
Maroula e Hatiche sono sempre insieme, lottano insieme e quando la prima si troverà in difficoltà economiche, Hatiche e Hassan prima proveranno ad aiutarli in tutti i modi, poi li spingeranno ad accettare l’offerta a Nicosia, grande città dell’isola di Cipro, del fratello di Andreas, a lavorare nel suo negozio, questo nonostante la separazione sarebbe stata uno strazio per entrambe le famiglie.
Lo si vedrà anche dalla reazione dei figli delle due coppie, Lambros, Leila, Ornan e soprattutto Anastasia, figlia di Maroula e Andreas, che non vuole assolutamente lasciare il suo villaggio, dove desidera rimanere per aprire un negozio di sarta con l’amica e “sorella” Leila.
Entrambe sono sarte provette e vogliono aprire un’attività indipendente.
E ancora una volta sarà la famiglia musulmana ad essere quella più aperta.
Maroula, difatti, trova letteralmente assurdo che una donna non sposata voglia fare questo…
Chi appoggia sempre e comunque la giovane, è Ornan, ragazzo gentile, istruito e timido, a cui Anastasia si lega profondamente, solo il tempo le farà capire quanto, lui, invece, ha già capito…
Il giovane, dalla mentalità aperta, le dice chiaro che una donna ha diritto a fare ciò che vuole della propria vita, che sia sposata o meno e le sue non sono solo parole vuote, sono reali convinzioni di un’anima profondamente buona e gentile…
Ornan seguirà gli amici a Nicosia perché insieme a Lambros, fratello di Anastasia, suo migliore amico e fratello di anime, vuole studiare da maestro, questo renderà la separazione tra le due famiglie molto meno dolorosa.
Tuttavia ad un certo punto qualcosa, come racconta l’anziano Lambros all’amata figlia Stella, succede tra le due famiglie, qualcosa di inaspettato, che mette a nudo convinzioni e ipocrisie.
Non vi anticipo cosa perché credo di avere già detto troppo, solo posso dire che trovo interessante come il libro ci faccia capire, senza dirlo mai, come a volte ci si faccia accecare sia dai pregiudizi, sia dalla passione accecante del momento.
Pregiudizi che impediscono a due comunità di fare il grande salto e la passione adolescenziale che viene confusa per amore…
Ad un certo punto nel libro ho anche pianto, pianto perché l’affetto fortissimo che lega Hatiche e Maroula fa comprendere come la vera sorellanza tra donne esista anche e soprattutto nelle differenze.
“Il Sentiero perduto delle Arance” è la storia di un’umanità ancora alla ricerca di se stessa e di come sia difficile fare un passo indietro in certe situazioni e, paradossalmente, sia invece la cosa più semplice da fare.
Mi riferisco tanto alle faccende personali e inventate narrate nel romanzo, quanto a ciò che le potenze mondiali hanno fatto troppe volte, dandosi la scusa di voler agire per il bene.
Sottolineo tutte le potenze mondiali, nessuna esclusa.
Proviamo a capirci ed ascoltare, prima di voler dire sempre la nostra, finendo per sopraffare l’altro.
Proviamo ad essere come Maroula e Hatiche.
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Il Sentiero Perduto delle Arance – Ibs